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Un momento per fermarsi e pensare al proprio futuro…

Un momento per fermarsi e pensare al proprio futuro…
  • 12 Giugno 2020
  • By admin
  • sabrina galeotti, Wedding

Questi sono stati mesi particolari. Mesi di introspezione, mesi di pensieri, di angosce, di ansie e di problemi da risolvere nella quotidianità. Una quotidianità che è venuta a modificarsi per ciascuno di noi a causa di ciò che è accaduto e che ancora ci condiziona.
Sono stati mesi in cui ci siamo fatti delle domande su come viviamo e su cosa davvero vogliamo per il nostro futuro. Molti di noi si sono trovati a lavorare in maniera diversa dalle proprie case. Altri abbandonati dalle proprie certezze lavorative e di conseguenza economiche.
Sono stati mesi in cui la convivenza forzata con i propri cari, o con la propria solitudine, ci ha fatto mettere in discussione tante cose.
Ogni giorno ci siamo chiesti che fine avremmo fatto e se questa era davvero la vita che volevamo.

Ad un certo punto ti trovi davanti ad un bivio. Ti rendi conto che nella crisi generale che abbiamo affrontato ci sono stati dei valori e dei momenti di cui ci siamo riappropriati e che in fondo, se vissuti in un contesto di “normalità”, non ci dispiacciono per niente.
La colazione fatta con calma sul divano di casa davanti magari ad un canale della TV che trasmette musica, una chiacchierata con un’amica fatta con calma ad un orario improponibile con i nostri normali ritmi di vita. Tutte cose che in fondo siamo abituati a tralasciare quando i ritmi di vita sono frenetici.

E allora ci si chiede se sia poi così sbagliato recuperare questi spazi per sé stessi. Di certo è impossibile farlo se la vita lavorativa scorre come mesi fa. Ma ora la vita è un’altra, non sappiamo per quanto perdurerà questa situazione.
Qualcuno è tornato alla routine di sempre, ma tanti altri ancora no. E molti altri ancora si chiedono se sia davvero quella a cui vogliono tornare.

Sicuramente complice la crisi economica molti di noi si stanno trovando davanti a decisioni importanti da prendere per la propria vita. Che siano dovute a motivazioni personali o coatte, di certo qualcosa cambierà.

E allora dopo quell’inevitabile momento di sconvolgimento che tutti abbiamo avuto, questo è quello di tirare i remi in barca ed iniziare a far progetti.
Sicuramente molti penseranno che con l’incertezza totale che ci circonda mettere in cantiere adesso nuove idee può essere folle. Io non la vedo così. Tutto il contrario.
Questo è il momento dove, complice il tempo “libero” che si ha, bisogna sedersi e ragionare e studiare un qualcosa che possa migliorare la nostra qualità di vita.

La maggior parte di noi lavora per uno stipendio di poco più di un migliaio di euro al mese e che ci obbliga a rinunciare ad oltre il 70% del nostro tempo. Siamo condizionati agli orari di un ufficio, rispondiamo di qualunque cosa facciamo a qualcuno sopra di noi che spesso non stimiamo assolutamente e tutto questo ci genera una grande frustrazione.
Certamente quei soldi ci permettono di vivere, di pagare l’affitto, le bollette, magari anche di andarcene a cena fuori di tanto in tanto. Magari per chi è fortunato e ha un contratto stabile ci garantiscono giorni di ferie o malattia (che magari non prendiamo per un eccessivo senso del dovere), se vogliamo crederci, quel contratto ci permetterà un giorno di arrivare all’ambita pensione.
Però a quante cose nell’arco di una vita rinunciamo per avere ciò.
Il lavoro nobilita l’uomo. Credo non esista affermazione più consona, ma di certo esiste lavoro e lavoro.

Fare un lavoro che ci piace, ci gratifica moralmente ed economicamente è il massimo che possiamo chiedere alla vita. Purtroppo però la percentuale di coloro i quali hanno tutto ciò non è comparabile con tutti gli altri che vivono alla giornata e che fanno fatica ad alzarsi dal letto la mattina perché sanno che dovranno affrontare l’ennesima giornata dove la speranza è solo quella che arrivi presto la sera per tornare a casa e chiudere il cerchio.

Alla lunga vivere così uccide chiunque. Vivere così ci rende persone non solo frustrate ma persone che si disinnamorano di tutto ciò che le circonda. Portiamo il nostro nervoso a casa, in famiglia, tra amici. Arriviamo a non riuscire più a vedere il bello in nulla che ci circonda.

E allora questa crisi mondiale deve rappresentare un nuovo punto di partenza. Il saper lasciare, probabilmente, quel porto sicuro rappresentato da quel migliaio di euro di stipendio per seguire davvero le nostre passioni e renderle un lavoro. Probabilmente potremmo riuscire nel tempo a guadagnare la stessa cifra di quel contratto di lavoro che avevamo.
Non diventeremo probabilmente ricchi inseguendo un nostro progetto ma ci permetterà di alzarci la mattina con la gioia in volto di chi farà qualcosa per sé stesso con la felicità di vivere ogni giorno sperando che il tempo si fermi ad ogni istante per assaporarne il gusto. Quel gusto che si è perso pensando che il lavoro significhi solo e soltanto sacrificio.

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Professionista del mondo travel mi sono specializzata nel turismo ricettivo passando attraverso clientela Sud-Americana per arrivare ad occuparmi di viaggi esclusivi di clienti provenienti dagli Emirati Arabi che volavano in elicottero privato da Napoli a Capri. Un lungo percorso nel mondo dei Tour Operator che mi ha portata ad organizzare Meeting e Congressi per multinazionali italiane ed estere.
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