Quella sensazione di avercela fatta

- 25 Luglio 2020
- By Sabrina Galeotti
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- Non categorizzato, sabrina galeotti, Wedding
Non è facile quando si scrive non rischiare di cadere in banalità o ripetizioni. Eppure stavolta anche dovesse capitare mi sentirei giustificata. Si perché oggi ho fatto pace con me stessa. Oggi ho realizzato un sogno nel cassetto, l’ennesimo, che avevo da tanto tempo.
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Stanza D’Artista |
Sono in viaggio da sola. Sono venuta nel luogo che più si avvicina per me alla magia. Sono a Calcata. Si è vero ci vengo abbastanza spesso. Ci ho portato diverse persone a cui voglio bene ma era da tantissimo tempo che avevo il desiderio di non fare il solito mordi e fuggi in questo luogo. Volevo fermarmici per un pò. Volevo viverlo. Volevo sentirmi parte integrante della magia che respiro quando varco questa porta.
Ieri mattina, finalmente, mi sono decisa. Ho trovato una location che faceva al mio caso sia per posizione che per budget e ho prenotato. Sono partita questa mattina con l’intento di lasciarmi alle spalle i pensieri, le frustrazioni e tutti i pesi che porto addosso da tempo. Sono libera. Sono uno spirito libero. Sono sola con me stessa, con la persona che meglio mi capisce al mondo e con la quale, da qualche tempo, sento di aver fatto pace.
Sono entusiasta, non so cosa mi aspetta, ma ciò che fino ad ora sta avvenendo già va ben oltre qualunque mia aspettativa.
La ragazza con la quale ho dialogato via what’s up per la camera si è rivelata da subito una bella persona e ne è nato un feeling immediato. Sono bastati tre o quattro messaggi vocali per trasformare una host e una cliente in due persone che parlavano la stessa lingua. Lei, Debora, non solo affitta la camera dei miei sogni qui a Calcata ma organizza eventi. Facciamo la stessa cosa e, come mi capita spesso in questo periodo, da un discorso si arriva inevitabilmente ad altro e allora ecco che si parte con idee e voglia di collaborare. Lo faremo. Spero prestissimo, perché se “niente è per caso” con Debora sono fin troppe le cose che abbiamo in comune! A partire dal quartiere romano dove siamo nate. Sembra una delle tante storie costruite a tavolino, invece è vita reale.
Ora finalmente sono dentro questa stanza, un pied à terre esattamente come lo sogno io. Un unico ambiente, accogliente e che racchiude l’essenza di ciò che siamo e del luogo dove si trova. Un misto di colore, calore e voglia di rimanere qui per tutta la vita.
Mi sono venute in mente tantissime idee per eventi e pacchetti turistici da comporre. Questa mattina appena arrivata a Calcata sono scesa con la mia fedele borsa a tracolla, la mia borraccia e il mio libro stampato da rileggere per far partire lunedì il lavoro di editing, alla Valle del Treja.
Ero tutta pimpante mentre facevo la discesa. Stavo bene. Ero in pace. Non avevo orari, non avevo fardelli mentali, ero esattamente dove volevo essere. Niente di più. Mi sono scelta un angoletto lungo il fiume dove sedermi. Ho steso il telo e ho iniziato a rileggere il mio libro. Ho fatto solo qualche leggera correzione ed ho aggiunto una nota finale. Non avevo ansia stando li da sola, forse era la prima volta in vita mia che mi sentivo appagata oltre ogni aspettativa. Quando sono arrivati due bimbi con i rispettivi genitori e si sono posizionati accanto a me ho sorriso loro. Ero felice di vederli. Non mi disturbavano nonostante fossi immersa nella mia lettura (come invece hanno pensato loro anche scusandosi quasi per aver disturbato la mia quiete!), mi piaceva sentire le risatine di quel bimbo di diciotto mesi, biondissimo, che faceva tutto nudo il bagno nel fiume. Le sue risate, la sua felicità erano uguali alla mia. Sebbene con tanti anni di più io sorridevo esattamente come lui. Tanto ero immersa nella lettura e nel benessere di quel luogo che stavo per far tardi all’appuntamento con Debora. Salutando velocemente la comitiva mia vicina di fiume, ho iniziato a fare a ritroso il percorso con il cuore che ho temuto uscisse almeno per un paio di volte dal petto. Se la discesa mi era sembrata ripida ma canticchiavo e saltellavo come Heidi tra i suoi monti, la salita mi ha messa a dura prova e il ritardo in cui ero ha aggravato ancor più i miei polmoni. Alla fine, come sempre, però ce l’ho fatta.
Sono arrivata con il mio consueto “giusto” anticipo e da li è iniziata un qualcosa che forse un giorno potrò chiamare “amicizia” con una donna che ho scoperto aver scelto di perseguire il proprio benessere diversi anni fa.
E’ proprio vero che la vita ti mette di continuo davanti le persone che sono più in linea con il tuo vivere. Fino ad ora ho quasi sempre conosciuto persone frustrate da turni di lavoro massacranti, stipendi non congrui e stressate dai ritmi serrati della vita che diventa una sopravvivenza. Da quando ho iniziato a percorrere questa strada invece conosco e parlo con persone che hanno capito la vera essenza della vita quale sia. La libertà di godere del proprio tempo, di svegliarsi ovunque ci si trovi felici per quel nuovo giorno che ci si porrà davanti. Persone che hanno capito che il bene più grande della vita è la propria libertà e la propria felicità.
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Una domenica di fuga dal DPCM - Sabrina Galeotti
Ott 25, 2020 at 19:05[…] per fortuna arriva la telefonata di un’amica. Quell’amica che è in trincea da mesi ormai che, anche per sua necessità, ti offre una […]
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