Il matrimonio Vintage

- 24 Febbraio 2021
- By admin
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Anno 2021, ancora in corso una pandemia ma questo non ferma la voglia di amarsi e coronare i propri sogni d’amore.
Infatti questa è la storia di due ragazzi, Giulia e Gianmarco. Nati e cresciuti a New York. I loro genitori sono italiani. Emigrati alla fine degli anni ’90 con le rispettive famiglie nella speranza di trovare fortuna nella “nuova mela”. Ce l’hanno fatta. Lui di origini pugliesi, lei, la mamma, romana. Nata nel cuore di Trastevere.
Quando partirono dall’Italia avevano solo 4 anni lei e 9 lui. Due bambini.
Strappati dalla vita che avevano conosciuto fino ad allora. Non parlavano inglese. Lasciarono l’Italia con le lacrime agli occhi. Lì avevano la loro vita, la loro scuola, i loro amici. Non sapevano cosa avrebbero fatto in quel Paese così lontano. In cuor loro erano affascinati da quello che avevano già visto in TV ma un conto era vederlo, un conto era viverci. Ce l’avrebbero fatta? Non ne avevano idea. Ed invece, come avviene spesso, ci misero pochissimo ad ambientarsi. Lei fece subito amicizie, si impratichì con la lingua e in meno di un anno si sentiva a casa. Per lui fu un po’ più difficile. La realtà dalla quale veniva era un piccolo centro, trovarsi in una metropoli come New York lo faceva sentire fuori luogo. Passò tutto il primo anno a studiare la lingua e a immaginare di tornare nella sua terra. Poi si ambientò.
Era il 2016 quando i ragazzi si conobbero per caso a New York.
Giulia era intenta a mangiare Sushi con delle amiche e Gianmarco stava andando in una pizzeria li accanto. Come succede tra gruppi di ragazzi in tutto il mondo le due comitive incrociarono i propri sguardi e con la naturalezza che si ha intorno ai venti anni iniziarono a chiacchierare tra di loro. L’argomento principe era la differenza tra il sushi e la pizza margherita. Poco intellettuale ma argomento di gran lunga più piacevole. Tra una chiacchiera, una risata e qualche frecciatina, fu velocissimo per Giulia e Gianmarco riconoscere i propri accenti italiani. Fu così che iniziarono a parlare delle loro origini. Nacque da subito una confidenza tipica di chi si incontra in un Paese straniero ma ha le stesse origini.
Alla fine l’allegra comitiva di ragazzi decise di mangiare sushi e di unirsi al loro tavolo. Tra smorfie e tentativi di dar spiegazioni sul wasabi e sul sashimi trascorsero diverse ore che trasformò due gruppi di sconosciuti in una tavolata di sette persone che si scambiavano battute e numeri di telefono.
Fu così anche per Giulia e Gianmarco che continuarono a sentirsi nel corso dei giorni a seguire fin quando lui prese il coraggio di chiederle di uscire insieme. Giulia con il suo carattere schivo e indagatore prese tempo adducendo scuse di vario genere ma sempre con garbo e mantenendo aperta la porta.
Solo un mese dopo uscirono insieme e da li non si separarono più.
Per Gianmarco era stato amore a prima vista già alla cena di sushi, per Giulia occorse quella loro uscita insieme per rendersi conto che per quel ragazzo valeva la pena abbassare le sue difese. La storia d’amore fu vissuta nel cuore di una città caotica come New York, ognuno dei due con i propri obiettivi ma con la volontà che potessero far parte uno della vita dell’altra.
Erano entrambi cresciuti con sani principi, con due famiglie alle spalle che, nonostante gli anni di matrimonio, ancora si amavano e condividevano nel bene e nel male i propri progetti di vita. Non era stato facile decidere di trasferirsi in quel lontano 1998. Il caso aveva voluto che entrambe le famiglie proprio quell’anno emigrassero verso gli Stati Uniti. La famiglia di Gianmarco per raggiungere uno zio che aveva un ristorante a New York, la famiglia di Giulia per sviluppare un progetto di import-export. Entrambe le situazioni si erano evolute una volta insediatisi in quella metropoli al punto che nessuno aveva mai avuto la volontà di tornare.
Ma i racconti di infanzia erano inevitabilmente quelli di un’Italia che nel profondo del cuore mancava.
Specialmente i genitori di Giulia a Roma avevano vissuto gli anni di piombo. Erano stati entrambi Hippy nel corso degli anni ’70. Non avevano mai completamente abbandonato quello stile di vita e lo avevano trasmesso alla figlia.
La famiglia di Gianmarco un po’ più tradizionalista ma sempre e comunque ispirata dagli anni ’70 che avevano vissuto in pieno. La mamma, conservatrice di natura, aveva lasciato in un baule in Puglia alcuni abiti di quel fantastico decennio. Ne parlava spesso al figlio e gli mostrava fiera le foto di come era pettinata e della camicia a fiori che indossava.
Nella vita c’è sempre un filo conduttore che ci ispira. Quello di Giulia e Gianmarco scoprirono frequentandosi che erano proprio gli anni ’70.
E così non ci volle molto. Quando decisero di coronare il loro sogno d’amore era fuori discussione che avrebbero ricreato il proprio matrimonio nella città eterna dalla quale Giulia oramai 23 anni fa era partita: Roma.
Si sarebbero ispirati agli anni ’70 per ricreare il proprio matrimonio. Lo volevano allegro, gioioso, divertente. I loro amici americani avrebbero dovuto partecipare e gioire insieme a loro non solo delle bellezze incontrastate di Roma, ma anche della loro voglia di tornare indietro nel tempo e di prendersi quasi in giro.
Organizzarono tutto dagli Stati Uniti con il supporto di una wedding planner ed arrivarono a Roma una settimana prima del grande evento. Per quel giorno era tutto pronto. Il cuore gli batteva fortissimo ma la voglia di divertirsi superava l’ansia. In fondo si erano già sposati a New York. Erano qui solo per ricreare la loro favola, il loro viaggio nel tempo.
Giulia scelse in un negozio vintage della capitale di indossare dapprima un abitino corto, con la gonna a trapezio ed un tessuto in seta che splendeva alla luce del sole romano. Non poteva mancare il velo che le riempiva il volto e le dava un aspetto romantico ma sbarazzino allo stesso tempo. Gianmarco optò per un abito in velluto nero con i pantaloni a zampa e una splendida camicia bianca dal grande colletto che spiccava sull’abito. I gemelli argentati erano il tocco di classe insieme al papillon.

Il Rione Monti era la zona scelta per correre, sedersi sui muretti, trovare angoli di Roma che sembravano cartoline.
Partiti da Piazza degli Zingari camminarono lungo il Rione mentre gli sguardi dei curiosi si fermavano a guardare quei due ragazzi. Ad ogni locale tipico della zona si affacciavano, salutavano e spesso gli veniva anche offerto un calice di prosecco mentre i presenti brindavano alla loro salute. Erano due bambini che giocavano in un parco giochi. Roma era il loro luna park in quel momento!
Tra pose improbabili, strette di mano, sguardi languidi e baci appassionati il loro cammino incrociò all’improvviso un’agenzia di viaggi. Si fermarono un secondo alla vetrina. Li affascinava sempre vedere i pacchetti in vendita ed immaginare di girare il mondo. Erano ancora giovani, avevano tutta l’intenzione di viaggiare ed esplorare! Con la voglia di conoscere ed entrare in contatto con tutti coloro incrociassero il loro destino, specie quel giorno, decisero di entrare in agenzia. Di presentarsi alle ragazze sedute dietro quella scrivania, di farsi fotografare con un depliant in mano e, perché no, sedersi per parlare della loro prossima meta!
Avevano fatto le cose in grande! Li attendeva davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore un originale Pulmino della Volkswagen di color verde latte/menta. Quello che avevano visto sempre nelle foto dei loro genitori e che si erano immaginati un giorno di guidare loro per fare un tour dell’Europa. Era li tutto per loro! I volti si illuminarono. La voglia di giocare aumentò a dismisura e così la voglia di guidarlo a turno.

Ma nulla fa venire più fame e più sete dell’entusiasmo e delle risate e così era il momento di sedersi a tavola.
Ma non prima di passare per l’hotel per concedere il cambio d’abito a Giulia. Si stava facendo sera. La luce del sole diminuiva ed era il momento di farsi vedere dal suo sposo in abito lungo.
Ovviamente mantenendo lo stile prefissato. Ed infatti eccola apparire sulla soglia del loro hotel, unico nel suo genere per gli affreschi che ogni stanza riportava, con un elegante abito in stile impero con degli intarsi a rombo al centro che scorrevano verticali lungo tutta la lunghezza. Un abito tipico degli anni ’70 di un’eleganza sobria ma che emanava tutta l’energia e la particolarità di quel periodo.

Gianmarco rimase senza parole quando vide la sua giovane sposa uscire da quella stanza con indosso quel meraviglioso abito.
Si inginocchiò ai suoi piedi e le prese delicatamente la mano. La sfiorò per darle un bacio con le labbra. Era davvero un ragazzo fortunato, aveva sposato la donna più bella del mondo ed ora erano nella città più bella del mondo a rievocare i mitici anni ’70. Se il mondo fosse finito in quel momento avrebbe comunque avuto tutto ciò che mai aveva desiderato!
Dopo un rapido passaggio al bar dell’hotel per un drink arrivarono al locale che avevano scelto. Li attendeva un tipico ristorante romano. Nulla di elegante. La loro scelta era stata proprio quella di organizzare il tutto in un locale dove potessero gustare piatti tipici in un ambiente che fosse informale ma al tempo stesso unico e prezioso. All’ingresso una botte e un cartello intarsiato in legno con su scritto “Trattoria” dava loro il benvenuto. Semplici piatti bianchi e una bottiglia di vino locale facevano da cornice alle foglie di papiro e alle candele che adornavano la tavola. Un mix di eleganza in un ambiente informale. Esattamente ciò che li contraddistingueva da sempre e quello che li aveva accomunati anni prima quando si erano conosciuti davanti a nigiri e salsa di soia.

Come non farsi la foto con “l’oste”? Impossibile! E così tra un brindisi, un gustoso piatto romano era trascorso il loro rinfresco matrimoniale nella capitale.
Ma certo non potevano finirla li. Quando il sole tramonta, il centro di Roma si illumina dei monumenti storici che caratterizzano la città in tutto il mondo e seppure la temperatura fosse calata bruscamente trovarsi davanti ad un Colosseo che li guardava in tutta la sua maestosità fece dimenticar loro la stanchezza di quella lunga giornata. L’atmosfera scherzosa stava pian piano lasciando il posto al totale romanticismo della situazione.

Le meraviglie che Giulia e Gianmarco si vedevano apparire davanti agli occhi girando ogni angolo di Roma, li portava a stringersi la mano sempre più forte, quasi con la paura che tutto ciò potesse finire e che invece quel gesto li avrebbe tenuti uniti li, in quel luogo magico, per sempre.
Alla luce di una lanterna, appoggiati su quel muro di Colle Oppio trascorsero le ultime ore di quell’emozionante giornata ad ammirare i millenni di storia che avevano davanti. Parlavano a bassa voce tra di loro, nessuno doveva udire quei discorsi. Erano loro. Era loro la città eterna. Era loro quel giorno vissuto in stile anni ’70 nella città dalla quale tutto era partito.
Comment (1)
M.Claudia
Mar 15, 2021 at 15:15Un matrimonio sobrio, ma elegante e suggestivo, il vestito di Giulia poi é veramente bello, molto romantico. Congratulazioni agli sposi
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